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Effettuando un CND a lavorazioni meccaniche ultimate (su un campione) si riesce a risalire alla causa della formazione di un difetto?
Si, tramite
failure analysis
. Il cnd mette in evidenza il difetto e ne definisce le caratteristiche di posizione, forma e dimensione. Le successiva analisi distruttive (failure analysis) vengono effettuate per definire le cause che hanno portato alla creazione del difetto.
È possibile indagare materiali plastici con la radiografia?
I materiali plastici risultano molto trasparenti ai raggi x quindi è possibile effettuare controlli radiografici. Per materiali più densi (leghe di rame, piombo) è difficile la radiografia, mentre con
la tomografia
si hanno analisi assolutamente più affidabili. Anche per i materiali plastici, la tomografia è un’analisi più completa ed efficace rispetto alla sola radiografia, perché è possibile investigare le anomalie interne (es. problemi di iniezione e stampaggio) o estrarre le superfici dei manufatti confrontandole con il disegno CAD di progettazione.
Generalmente, qual è la profondità di sub-superficie che è possibile andare ad indagare con un controllo non distruttivo?
Dipende dal metodo, dal prodotto industriale, ma generalmente con la magnetoscopia e/o con le correnti indotte è possibile arrivare a circa 0.2/1.5mm.
L’applicazione di liquidi penetranti e dei rispettivi rivelatori, necessita di particolari precauzioni per evitare la corrosione dei particolari indagati?
Si soprattutto su leghe sensibili ad attacchi di agenti alogenati (cloruri, solfuri..); esistono infatti classi di consumabili nelle quali questi elementi sono mantenuti sotto soglie molto piccole.
Si possono effettuare CND anche su metalli avanzati, come carbonio, kevlar ecc.?
Si, con la radiografica (
tecnica TOMOGRAFICA
) e con gli ultrasuoni. Per i materiali innovativi non sempre sono presenti normative di riferimento per gli operatori. Su carbonio ad esempio anche esami ultrasuoni con tecniche non convenzionali es. tecnica squirt, per la ricerca delle delaminazioni.
Prima di procedere con il controllo è sempre opportuno creare dei blocchi campione di riferimento.
In quale fase produttiva mi consigliereste di effettuare i CND?
Dipende dalla difettosità ricercata. Solitamente i controlli vengono effettuati prima della lavorazione del metallo per ricercare difettosità inerenti e dopo i processi termici e/o processi di saldatura e/o lavorazioni meccaniche per ricercare difetti che possono svilupparsi dai processi stessi. Pertanto un componente può essere controllati in varie fasi produttive.
Ci sono limiti dimensionali riguardo ai particolari esaminati, utilizzando i metodi più comuni?
Sì in funzione di questi limiti, si scelgono tecniche portatili (es. bombolette spray PT) piuttosto che postazioni di controllo fisse (es. vasche ad immersione PT).
Utilizzando bombolette spray non ci sono limiti dimensionali seppur risulta fondamentale rispettare i tempi di processo prescritti nelle norme/procedure.
Quali sono i metodi più richiesti e Quali i metodi più utilizzati?
Tra le tecniche più richieste ed utilizzate possiamo citare: esame visivo, liquidi penetranti, esame magnetoscopico, esame con ultrasuoni, esame radiografico. La scelta è sempre in funzione al tipo di difetto da investigare, all’accessibilità al materiale ed altri importanti parametri.
Per saperne di più sui Metodi per Controlli non distruttivi clicca qui
Quali sono i metodi più affidabili in generale?
Tutte le tecniche non distruttive sono molto affidabili, ma ognuna di esse ha dei limiti applicativi pertanto è opportuno progettare e scegliere il controllo in funziona alla difettosità da ricercare
Esiste un minimo di spessore per utilizzare le prove UT?
In saldatura circa 8mm sul materiale base, poi dipende dal campo normativo applicato.
In fase sperimentale però è possibile analizzare spessori decisamente inferiori (fino circa 1mm), da verificare in fase preventiva con opportuni blocchetti di calibrazione.
Prendendo ad esempio una linea in cui passa del fluido, il controllo UT (ultrasuoni) potrebbe essere poco efficace in virtù del fatto che all'interno vi è passaggio di fluido?
Per l’esecuzione di controlli non distruttivi in condizioni di sicurezza ed efficacia ispettiva, è consigliato evitare condizioni di controllo con passaggio del fluido durante l’intervento. Se non è possibile tale accorgimento, l’efficacia, la sensibilità del controllo (UT o altri) e le condizioni di sicurezza devono essere verificate, validate e certificate da una procedura di controllo sottoscritta da un liv.3 UNI EN ISO 9712 o ASNT TC 1A.
Per saperne di più sulla certificazione del personale clicca qui
Per quanto riguarda il controllo volumetrico, in base alla vostra esperienza siete più orientati al controllo UT con Phased Array o alla tradizionale radiografia? (ad esempio nel caso di controlli durante la costruzione di un impianto per in Raffineria)
La scelta tra UT (metodo ultrasuoni) con Phased Array e la tecnica tradizionale di radiografia in lastre si basa principalmente sui parametri inerenti agli spessori dei materiali e l’accessibilità della zona di controllo.
In funzione della normativa vigente, è possibile che le rilevazioni in campo vengano eseguite da un operatore I Livello e la certificazione da un II Livello?
SI, difatti l’operatore di livello 1 è puramente operativo ossia effettua il controllo e documenta le anomalie rilevate, mentre al tecnico di livello 2 è demandata la facoltà di certificazione.
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Con quale metodo vengono sgrassati i particolari prima della fase del test liquidi penetranti?
Lavaggio con acqua, con sgrassante industriale, con agenti saponificanti: modalità sempre da verificare tramite opportuna procedura. E’ possibile utilizzare anche vasche ad ultrasuoni, vapori di detergente o sistemi meccanici (questi ultimi non sempre consigliati).
Metodo Liquidi penetranti. è consigliato usare solvente spray per la preparazione/pulizia della superficie da analizzare o si può usare una normale acqua?
La scelta tra lavabile con acqua e solvente spray deve essere valutata in funzione del tipo di penetrante usato e dei parametri di controllo, che sono comunque da verificare tramite gli appositi test pannel.
Dovendo eseguire un controllo non distruttivo di tipo volumetrico, meglio orientarsi sulla radiografia o sul controllo ultrasonoro?
Non esiste un metodo migliore di altri, esistono metodi più indicati per rilevare una determinata tipologia di discontinuità rispetto ad altri.
Nel metodo di controllo non distruttivo con particelle magnetiche, l'applicazione di un campo influenza permanentemente le proprietà del materiale?
No, in seguito al controllo il materiale risulta ancora magnetizzato pertanto, prima della restituzione al committente, deve essere sottoposto ad un procedimento di smagnetizzazione utilizzando un apposito circuito; in tal modo il campo magnetico residuo viene sensibilmente ridotto fino ad un valore qualche decimo di Gauss.
E' possibile effettuare controlli non distruttivi su materiali non metallici, come ad esempio le plastiche?
Sui materiali plastici è possibile applicare tutti i metodi di controllo non distruttivo escluso il metodo che prevede il controllo con particelle magnetiche; Difatti questo metodo di controllo è applicabile solo in presenza di materiali ferro-magnetici
Si possono eseguire controlli non distruttivi anche su materiali avanzati, come il carbonio, il Kevlar...?
Si, possono essere eseguiti controlli sia attraverso il metodo radiografico (tecnica TOMOGRAFICA) che con quello ultrasonoro, anche se per i materiali innovativi non sempre sono presenti normative di riferimento per gli operatori.
Nel controllo non distruttivo di tipo visivo, è importante effettuare una scrupolosa pulizia superficiale del particolare?
Assolutamente sì, calamina, ossidi, grasso e sporcizia in genere, possono mascherare o addirittura coprire una discontinuità impedendone la rivelazione da parte dell’operatore preposto al controllo.
I metodi di controllo non distruttivo, sono tra loro equivalenti?
No; esistono controlli specifici per verificare la presenza di discontinuità sulla superficie e controlli per cercare discontinuità localizzate all’interno del volume
Quante tipologie esistono di controllo non distruttivo?
Esistono numerose tipologie di indagine, a partire dal Test visivo fino al controllo radiografico, passando per l’indagine con liquidi penetranti, particelle magnetiche e controllo ultrasonoro
I controlli non distruttivi devono essere svolti da personale qualificato?
Sì, la normativa UNI EN ISO 9712:2012 specifica in maniera accurata il numero di ore previsto per la formazione del personale a seconda del metodo.
Quando è necessario scegliere un controllo non distruttivo?
I Controlli non Distruttivi vengono generalmente eseguiti su particolari o produzioni che entreranno in operatività di lì a breve. La verifica della presenza di discontinuità e difetti va pertanto effettuata mantenendo intatte ed inalterate le proprietà dei campioni e quindi dei prodotti stessi allo scopo di garantirne l’efficienza e la sicurezza.
Cosa si intende per Controllo Non Distruttivo?
Con la definizione di controllo non distruttivo si intende un tipo di esame condotto attraverso metodi per rilevare la presenza di discontinuità e difetti in un campione, senza doverlo alterare o danneggiare, come ad esempio accade invece per altre tipologie di test quali ad esempio le prove meccaniche(trazione e resilienza) o le analisi chimiche.
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n. 52
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